Vini piemontesi: cenni storici

Come accadde anche per altre regioni, furono i Greci a introdurre il vino in Piemonte. Ai temi i Greci scaricavano nei porti liguri anfore piene di vino e si avventuravano nell’entroterra con barbatelle e talee cominciando poi la coltivazione della vite. In epoca romana la produzione di vino piemontese era già fiorente e Plinio il Vecchio racconta dell’utilizzo delle prime botti di legno della storia! Merito della storia enologica del Piemonte fu la sua capacità di prosperare anche in tempi difficili, dopo la caduta dell’Impero Romano e le invasioni di altre popolazioni, le guerre e le devastazioni. In pieno Medioevo Asti conosce già le sue prime glorie, poco dopo inizia la celebrazione del vitigno più famoso del Piemonte: il Nebbiolo. I contadini delle zone sono molto avanti nelle tecniche di coltivazione della vite, e sono proprio loro i primi a maritare la vite al palo secco introducendo la potatura corta. La cosa davvero straordinaria è che, se da un lato la produzione di vino in campagna si fa sempre più di qualità, dall’altro i comuni capiscono il valore di quanto viene prodotto e si preoccupano di tutelare vendemmie e vigneti. Già nel 1500 c’è una svolta epocale nei sistemi di vinificazione, che raggiungono una modernità considerevole. Questo porta a una vera espansione della fama dei vini piemontesi che giungono anche alla corte di Francia del Re Sole che adora assaporare i vini e i formaggi piemontesi. Nell’Italia illuminista del 1700 c’è un rinnovamento agricolo che pone la vite al centro di tutta la produzione. Inoltre la politica sabauda aveva come obiettivo quello di ridurre le immunità feudali ed ecclesiastiche. In questi anni quindi si valorizzò il reddito agrario rispetto a quello di proprietà. Nel 1800 poi il governo francese dichiarò nazionali molti terreni agricoli ecclesiastici e cominciò a venderli a borghesi e commercianti. Dopo la caduta di Napoleone e la restaurazioni di Casa Savoia, il Re Vittorio Emanuele I fece un proclama che permise all’agricoltura e al commercio di rifiorire, complice l’annessione del porto di Genova al regno. Dal 1850 la viticoltura cresce ancora per operà di Camillo Benso Conte di Cavour, che creò il Ministero dell’Agricoltura e del Commercio e introdusse importanti novità doganali. Purtroppo, nel 1879 la fillossera, la più grave delle malattie americane della vite importata in Europa dagli inglesi, arrivò anche in Piemonte. Dopo un decennio di tentativi di debellarla, nel 1890 i piemontesi capirono che l’unica possibilità consisteva nell’innestare i vitigni autoctoni su piede americano.

Vini piemontesi: clima & ambiente

La fama vinicola del piemonte è dovuta anche da un ambiente climatico particolarmente favorevole. Il territorio è soprattutto collinare e montuoso ed è riparato alle sue estremità dalle montagne alpine e appenniniche. Per lo più è formato da dolci colline con un’altezza media dai 350 ai 550 metri sul livello del mare. I terreni sono composti da rocce tenere ed erodibili come marne e calcari, arenarie, gessi e vari conglomerati. Ad eccezione del Po, il fiume più lungo e con la portata maggiore d’Italia, tutti gli altri fiumi piemontesi hanno un regime torrentizio con magre estive ed invernali e piene autunnali e primaverili causate dallo scioglimento della neve. In Piemonte troviamo anche il meraviglioso Lago Maggiore, mentre tutti gli altri laghi hanno bacini poco rilevanti.

Il clima è continentale con elevate escursioni termiche stagionali e giornaliere, inverni lunghi e freddi ed estati calde nelle aree pianeggianti e fresche in collina e in montagna. La regione è abbastanza piovosa e l’umidità relativa è altissima come frequenti sono le formazioni di nebbie. In inverno nevica regolarmente, soprattutto in collina e in montagna.

Vini piemontesi: Il Canavese

Il Canavese è una regione storica del piemonte collocata tra Torino e la Valle d’Aosta. Il territorio è uno splendido rifugio di Riserve Naturali di insospettabile splendore, castelli meravigliosi e campagne variopinte. Quando si parla di grandi rossi italiani immediatamente si pensa al Piemonte, con il suo Barolo. Non tutti sanno che il Barolo è un vino ottenuto con un processo di vinificazione dedicato delle uve nebbiolo. Di fatto si può affermare che è proprio il nebbiolo il re di tutti i vitigni a bacca rossa piemontesi, seguito dall’Erbaluce per i vitigni a bacca bianca, storicamente considerato il miglior vino piemontese fin dal 1500. L’Erbaluce di Caluso conobbe una fama immensa, tanto da giungere, seppure in piccole quantità fino alla corte papale, mentre era un ospite fisso di Casa Savoia.

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